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Poesia e carcere

Come già annunciato nella LIPSletter, dedichiamo il mese di luglio al tema poesia e carcere. Le scorse settimane abbiamo pubblicato un’intervista a Elena Gerasi, una delle figure più importanti della scena slam italiana, dove ci racconta la sua esperienza del progetto “Laboratorio di lettura e scrittura creativa di opera” nato nel 2016. Oggi vi parliamo del primo slam del campionato LIPS avvenuto all’interno dell’Istituto Penale Minorile Casal del Marmo, a Roma, che verrà ulteriormente approfondito in una testimonianza di Viola Margaglio, la quale ha partecipato allo slam in questione, in un articolo che pubblicheremo la prossima settimana.


Poetry Slam a Casal del Marmo: una sfida di versi e cultura

redatto da francesco kento carlo

Poesia e carcere: un binomio vecchio quanto l’umanità, perché essere rinchiusi in una cella stimola inevitabilmente – e dolorosamente – i sentimenti e la riflessione. Un binomio a cui, negli ultimi anni, si è accostato, altrettanto inevitabilmente, il rap, la forma di espressione contemporanea più praticata tra i giovani di tutto il pianeta. Ecco perché, se il rap e la poesia spesso dialogano tra loro, era solo questione di tempo prima che cominciassero a farlo in un carcere minorile.

Uno dei principali luoghi in cui appunto il rap e la poesia si incontrano solo i palchi dei cosiddetti “poetry slam”, le sfide di poesia performativa in cui i poeti in gara sono giudicati dal pubblico, e le tecniche e l’attitudine dei rapper fanno spesso parte di questo tipo di performance. Nata negli Stati Uniti durante gli anni ’80 e portata in Italia dai primi 2000, la “poesia da battaglia” si sta diffondendo sempre di più nel nostro Paese, anche grazie alla LIPS – Lega Italiana Poetry Slam, che organizza un campionato ufficiale con tappe in tutte le regioni e aderisce alle organizzazioni internazionali per permettere ai nostri campioni di competere anche a livello europeo e mondiale.

E, giovedì 12 dicembre 2019, per la prima volta il campionato LIPS è sbarcato dietro i cancelli dell’Istituto Penale Minorile Casal del Marmo, a Roma, per una tappa ufficiale che ha visto sfidarsi sei poeti e poetesse (Dario Gabriele, Diego Galuppi, Jacopo Lubich, Viola Margaglio, Claudia Salvatore e Luca Scacchetti), mentre a condurre la sfida sono stati il coordinatore LIPS per il Lazio Valerio Piga e il rapper Francesco “Kento” Carlo, che a Casal del Marmo tiene ogni settimana un laboratorio di musica e scrittura rap e ha voluto con questo evento concludere simbolicamente le attività del 2019.

Come in ogni poetry slam che si rispetti, la giuria è stata scelta tra il pubblico, e cioè – in questo caso – i ragazzi e le ragazze detenuti, che hanno seguito con attenzione ed entusiasmo tutto l’evento, partecipato fuori concorso presentando i propri versi sul palco e donato a tutti i poeti in gara dei premi simbolici consistenti in disegni e dipinti realizzati durante il laboratorio “Libertà in Arte”. Un riconoscimento speciale se l’è aggiudicato il vincitore, il giovanissimo Dario Gabriele che, a soli 21 anni, ha incontrato i maggiori consensi tra i suoi coetanei del pubblico.

Secondo Kento, “Il punto del poetry slam non è ovviamente la competizione in sé, ma la condivisione della poesia dal vivo in un’atmosfera magica che raramente abbiamo incontrato al di fuori di questi cancelli. Una particolare nota di merito ai ragazzi del mio laboratorio e non solo, che hanno trovato il coraggio di salire sul palco insieme ai poeti, e hanno fatto un figurone con i loro versi e la loro arte”.

Realizzato grazie all’impegno dell’educatrice Vanessa Sanna e con il supporto di tutto il personale dell’IPM, il poetry slam di dicembre sembra aver lasciato un segno positivo non soltanto tra i poeti, che hanno immediatamente chiesto di poter ripetere l’esperienza nel 2020, ma anche tra i ragazzi e le ragazze detenuti, che hanno trovato in questo evento e nel confronto con gli artisti ospiti uno stimolo per usare la poesia e la letteratura come strumento di emancipazione, crescita e liberazione.